mercoledì 13 ottobre 2010

Aprendo la scatola dei ricordi
sorrido quando il vortice si placa per farmi dare un'occhiata
Quanti ruoli ho rivestito,
quante anime ho avuto
ma alla fine sono finita sempre vicino
all'oscurità più tetra..
Lei mi chiama, lei mi protegg
lei mi capisce, sente la mia tristezza e diventa più nera
coprendo il mio viso agli occhi indiscreti del mondo..
E' sempre cosi curioso ma non vedi che non cambio mai?
Vedi che tu non mi hai ancora capito?
Lei mi cattura nella sua dolcezza macabra
mi guida lungo i suoi senteri alberati
lasciando cadere le sue foglie tristi al nostro passaggio..
Anche loro stanno soffrendo e non vogliono che mi senta sola..
ma le nuvole hanno coperto
il mio sguardo quindi non parlerò per non rattristirle..
voglio che rimangano sui loro alberi albeati e felici..
Un giorno anche io sarò una foglia felice..

domenica 5 settembre 2010

Il cambiamento è sempre positivo? Sono sempre stata una fautrice del cambiamento, del movimento, del cercare di guardare al di là e di provare, essendo consapevoli che si può rimanere delusi.
Ma quello che vedo oggi, il come è cambiata la nostra società non credo sia da nominare cambiamento ma solo pigrizia dell’essere umano di non essere giudicato e di come i più abbiano sempre la parte migliore….
Mi ricordo che da piccola mi veniva detto di vergognarmi se facevo qualcosa di male, qualcosa che poteva distrurbare gli altri se non addirittura recare danno e di tenere un comportamento giusto sia per me che per loro.
Forse questi insegnamenti sono stati dati solo a me visto lo schifo che sta succedendo nel nostro mondo..ormai il termine vergogna ha assunto un significato quasi assurdo andando a riferirirsi totalmente fuori dalla logica della vergogna o dell’illogica della vergogna.
La mia riflessione nasce da alcune conversazioni che ho avuto con le volontarie che vengono presso l’associazione per cui lavoro e che sono Donne in Rosa, ovvero donne che hanno avuto il tumore al seno.
Lavorando con e per loro chiedo tante cose, chiedendo se posso chiedere, per capire, sapere, approfondire…i loro racconti però non riguardano solo la parte medica ma anche la parte mentale, ovvero come reagire a quello che alcuni chiamano il mostro.
Ho purtroppo scoperto che il mostro non è il solo ad attaccare poiché la battaglia si combatte anche all’esterno..queste bellissime donne mi raccontano come loro o loro amiche sono state abbandonate dal partner, dagli amici, dai colleghi, da possibili fidanzati ..una di loro mi ha detto “ Ma mica mi devo vergognare di quello che ho?” BUM !!! Questa frase ha dato il via ai miei pensieri durante tutta l’estate..vergognarsi di una malattia, vergognarsi di qualcosa che non hai scelto tu, vergognarsi nel momento in cui stai dando tutta te stessa per andare avanti e ti senti quasi infetta visto che tutti scappano…
Loro si devono vergognare? In una società in cui ormai non si vergogna più nessuno?
Kate moss è stata ripresa a pippare ed è diventata quasi una santa nonché più ricca, i politici ne combinano di tutti i colori e quasi si pregiano di ciò, i vip pippano, vanno a prostitute e diventano ai nostri occhi ancora piu interessanti, basta mostrare le tette per essere una vip, i grandi cantanti americani che hanno processi penali a non finire sono orgogliosi di essere dei duri..e noi? E noi siamo i soliti stronzi che dobbiamo ingoiare e muovere la testa in senso di diniego…siamo ormai diventati insensibili alla vergogna? È piu facile far vergognare una persona raggiungibile e debole e chiudere gli occhi su quello che ci circonda?
Perché noi non vergognano i vergognosi?
Siamo davvero diventati insensibili alla vergogna?

lunedì 16 agosto 2010

Di che colore siamo?

Ho mandato un biglietto di auguri a un mio amico inglese con la foto della mia faccia con scritto sopra tanti auguri !!
Lui mi ha risposto dicendo che non si ricordava il mio faccino cosi abbronzato visto che in Inghilterra avevo un colore diverso ovvero bianco latte visto che non prendevo molto sole e che sembravo una persona diversa…
E cosi ho cominciato a pensare a quanti colore la pelle di alcune persone può assumere.

Siamo verdi di rabbia, rossi come peperoncino quando ci bruciamo, grigi quando stiamo male, gialli quando qualcosa non va dentro di noi, rosa quando siamo piccolini (le famose gote rose dei bambini chi se le scorda?), neri quando l’abbronzatura è quasi completata, bianchi durante l’inverno e viola quando qualcuno ci fa qualche complimento..
E poi chiamamo i neri le persone di colore??

E’ strano come le stesse ed uniche persone che cambiano colore cosi tante volte nella loro vita, solo le stesse che hanno paura di chi di colore ne ha uno solo…
Mi ricordo ancora quante volte mia mamma mi ha detto di andare al mare e di prendere un po’ di sole per passare dal colore bianco cadavere al nero sano…
Allora il colore nero è sano? Come mai in questi anni e tuttora oggi essere nero rappresenta per noi un segnale di pericolo?
Una parola che porta dentro questo pericolo, questa paura, interesse econimici e politici è APARTHEID che in lingua afrikkans vuol dire separazione, e che significò la politica di separazione razziale tra bianchi e neri…non erano le parole, le idee, gli interessi, se eri bravo a giocare, a ballare, a cucinare a fare la differenza ma solo se eri stato fortunato a nascere di un colore o di un altro…
L’ apartheid è stato in vigore fino al 1990 quando Nelson Mandela venne liberato dopo 27 anni di prigionia e ha condizionato la storia della nostra società portando alla nostra poca fiducia nelle persone non dovuta ai loro fatti ma al loro colore…personalmente credo ci sia del buono e del cattivo in ognuno di noi per cui non voglio nascondere che anche io sono titubante di fronte ad alcune persone dovuto anche a quello che mi è stato detto in questi anni ma, credo anche che chi siamo oggi e la violenza che ci portiamo dentro sono anche il frutto della storia passata e di come siamo stati trattati…
Se mi avessero preso a calci da piccola sarei come sono ora o prenderei a calci io gli altri?

mercoledì 21 luglio 2010

Il segreto dei loro occhi...


L’altra sera ho visto un film dal titolo “ El secreto de tus ojos” (Il segreto dei tuoi occhi).
Un film argentino, molto bello, cruento che mi ha lasciato quella famosa pulce nell’orecchio e che mi fatto pensare molto. Il tema principale è lo stupro, lo stupro di una donna che cambia la vita di tante persone.
La vita della donna che viene stuprata e uccisa, una morte terribile, uno stupro violento, cattivo, fatto per fare del male.
Il marito, un ragazzo distrutto che ricerca nella legge una via di uscita, una persona che con il passare del tempo muore dentro perché sa che qualcuno ha violato il suo amore e che lui non era là a proteggerla.
Il poliziotto che indaga, che guarda la ragazza ormai senza vita, in una posizione che se è possibile esalta la sua bellezza anche se è coperta di lividi ed i suoi occhi sono aperti.
Il magistrato che lo aiuta, una donna molto bella che in Argentina deve faticare molto per farsi valere e che, cerca di giostrarsi tra il senso civico e la coscienza.
Il film si basa sugli occhi di chi vive lo stupro e riesce a farti capire come un atto così bello come fare l’amore sia stato trasformato da un essere umano in qualcosa di terribile.
Ci sono due frasi che riecheggiano nella mia mente, quella dello stupratore e quella del marito (ovviamente il film è stato tradotto in italiano per cui mi baso su quello).
Il marito è contrario alla pena di morte perché sarebbe una pena troppo facile, perché la pena sarebbe che qualcuno violentasse lui e poi lo amazzasse di botte come lui ha fatto con lei. Il marito non trova pace nella giustizia che purtroppo, come avviene anche oggi, non aiuta i deboli ma premia i forti e libera questo uomo portando il marito a fare una scelta che gli cambierà per sempre la vita, una scelta forte ed inaspettata con una frase che mi ricorderò.
Pensavo, pensavo e mi sono chiesta “Perché gli uomini stuprano?”
Lo stupro è qualcosa di terribile, che solo le donne possono capire e non dico questo per motivi femministi o cavolate del genere ma perché, purtroppo è qualcosa che raramente capita agli uomini e che nessuno può spiegare.
Leggendo i giornali, parlando con le persone mi sono resa conto che anche nel 2010 lo stupro è visto come qualcosa di cui non parlare, come qualcosa che a volte si cerca o si merita, discorsi che davvero mi riempono di rabbia e paura..paura verso un mondo di idioti che purtroppo è anche il mio.
Poi ho visto un altro film, spagnolo chiamato Habla con ella (Parla con lei) che è entrato con la sua delicatezza nella mia mente già piena di pensieri.
In questo film la parola stupro (violacion in questo caso) è solo accennata, è qualcosa che arriva alla fine del film e di improvviso ne diviene il filone principale.
Anche qui una frase è rimasta impressa, una frase che con la sua semplicità, detta anche in particolare condizione, dà allo stupro una valenza differenza che mai e poi mai avrei preso in considerazione.
In quel caso lo stupro non si vede ma si immagina. Uno stupro non violento, senza botte, senza cattiveria ma un atto di amore definito stupro perché la persona non era consenziente in quanto non cosciente.
Lo stupro in questo caso non porta alla morte ma alla vita di questa persona e alla morte (volontaria) della persona che ha commesso lo stupro in quanto non a conoscenza della vita della persona.
Una storia complessa che non vi spiego per non levarvi il piacere del film ma una storia che fa riflettere e che porta il visitatore (ovvero noi) a capire se non addiritura giustificare quel gesto in quanto portatore di vita.
Visto le mie ferme convinzioni sullo stupro e su quello che la società è riuscita a costruirci sopra (con il disgusto che ne comporta) non avrei mai pensato di poter scrivere parole quasi dolci per un uomo che ha compiuto un gesto del genere e, mi ha fatto pensare come la mente illuminata di alcuni uomini riescano a creare dei film, dei libri, delle emozioni che danno poi a noi la possibilità di rifletterci sopra.
Leggete, scrivete, guardate, sentite e confrontatevi anche voi con i vostri pensieri e vedrete che cosa ne esce…

martedì 29 giugno 2010

Il capo dei capi



Ci sono persone che vogliono diventare capo a tutti i costi..il poter comandare crea in loro una sorta di adrenalina che li fa andare avanti, dimenticare che la vita è altro, che le emozioni non si trovano in un ufficio ma fuori dove la natura vive...non si diventa forti prendendo a calci qualcuno (che il più delle volte è una persona debole o che non può reagire) ma affrontando quello che la vita ti riserva...
fare il capo non vuol dire dare ordini e avere delle persone che ti dicono buongiorno mentre nella loro testa vorrebbero dirti altro...ma chi è un capo?
Un capo è una persona che sa motivare il suo personale, che lo sa ascoltare e trasformare le debolezze in forze e, le forze in successi..
Un capo è una persona che sa creare il gruppo, che lo sa unire e che gli fa capire come il lavoro, anche quello più brutto che si deve fare ha sempre un lato positivo(che sia personale o economico) e che, portato a termine darà i suoi frutti...
Un capo è una persona che usa il nome capo solo per presentarsi ma che oltre il significato della parola sa usare i fatti...
Un capo è una persona che sa rispettare i suoi colleghi e che vede in loro una spinta per lui e per la società..
Esistono oggi i capi?
Essere un capo non è facile ma il più delle volta non ci si prova neanche portando poi a una generazione di persone frustate, che vengono spente prima ancora di essere accese e che, non sfruttando il loro potenziale portano un danno enorme alla società..
Per cui, se c'è qualche capo là fuori che mi legge si faccia avanti e aiuti a ricordare le regole basilari a chi capo non lo è ma si atteggia ad esserlo....

venerdì 30 aprile 2010

Me....


Un anno è passato dai miei primi 30 anni e come sempre capita si comincia a pensare più seriamente a noi stessi e a cosa ci è successo fino ad ora…
Ultimamente le cose che mi sono sfuggite stanno assumendo un peso sempre maggiore di quelle che ho afferrato e pur sapendo che è sbagliato vedere il bicchiere mezzo vuoto al momento sto combattendo con questa sensazione….
Cosi ho girato il bicchiere per dare un’occhiata a cosa è stato versato in questo anno…
L’anno scorso ho deciso di lasciare una vita per provarne un’altra, tornando in Italia un paese che non riesco a capire, un posto che più di una volta ho odiato con forza, un paese che è troppo pigro e avvolto dalla sua stessa miseria per far vedere agli altri quanto vale…un paese dove incontri persone cosi belle dentro che ti chiedi perché non siano loro a decidere come vivere invece di avere i soliti benpensanti a guidare le redini…persone che non chiedono e vivono con dignità e che come tali non sono riconosciute…
L’anno scorso sono stata a Cuba, un luogo incredibile, pieno di contraddizioni ma assolutamente indimenticabile..un viaggio criticato da molti ma che grazie anche a una compagna di viaggio che ci ha creduto come me ci ha regalato splendide emozioni, tante risate, qualche lacrima e che ci ha unito ancora di più…
L’anno scorso sono stata nell’Italia del Sud a scoprire come le tradizioni non sempre significano mantenere vivo qualcosa di bello…un Italia che mi ha colpito per la sua bellezza, per l’odore del suo mare e dei suoi alberi, per i suoi sforzi di cambiare vanificati il più delle volte dall’evidenza delle cose e per una mentalità che rimane lì come un sasso in fondo al mare…
A conclusione di questo anno sono stata in America dove tra grattacieli, hot dog e mucche ho sentito di nuovo quell’energia di chi ci crede davvero…
Quest'anno mi ha dato la vicinanza dei "vecchi" amici, nettare prezioso per chi come me è sempre in bilico tra le emozioni, mi ha rittrastato quando mi ha mostrato che alcune persone non mi hanno ancora capito e forse non lo faranno mai e mi ha emozionato regalandomi nuove amicizie.

In questo anno ho capito tante cose su di me e su chi vorrei essere, sulla paura di fare determinate scelte che potrebbero far crollare quel muro di pochissime certezze che ho e provocare rotture importanti…ma se mi guardo indietro vedo come quest’anno sia stato cosi pieno di emozioni e come ci sia solo da ringraziare per quello che ho visto…e credo sia giusto rendere omaggio a tanta gentilezza con una presa di coraggio anche per chi non ha la possibilità di scelta..

Quindi la domanda è…sono pronta ad essere chi sono ?

martedì 6 aprile 2010

Musique du role...

La musica è l'arte e la scienza del suono.La parola proviene da μουσικός/mousikos e si riferiva alle Muse, 9 personaggi della mitologia romana e greca che rappresentano la perfezione ognuna nella sua specialità.
Arte perchè è un complesso di pratiche per conseguire un determinato effetto sonoro e scienza in quanto lo studio della storia della musica e la sua evoluzione hanno permesso di fare altre scoperte operando nella logica scientifica.
Per me la musica è qualcosa di superiore, qualcosa di così intimo che mi ha permesso nel corso degli anni di portare i ricordi con me tenendoli chiusi in una canzone.
Ogni nota di pianoforte, ogni solfeggio, ogni parola mi portano indietro a ricordi, momenti, lacrime e risate che si erano perse...gli input che riceviamo sono cosi tanti che alla fine le cose belle vengono chiuse in quei famosi cassetti della memoria.
Forse non sono chiuse, forse sono solo protette e nascoste agli occhi degli altri ma sempre ben visibili quando la musica comincia a parlarci...io purtroppo non so "creare" musica ma la so amare moltissimo perdendomi dentro quei suoni misteriosi..
questo mio breve post è un omaggio a chi la musica la sente dentro, a chi la crea, a chi la divide con il mondo perchè forse non sa che se il mondo è un pochino migliore di quello che era ieri è anche merito suo...

lunedì 8 marzo 2010

Incontri...

Questo fine settimana sono stata a Barcellona a trovare due mie amiche, caso vuole ex coinquiline che mi hanno conosciuto in città diverse e momenti diversi...hanno conosciuto una Barbara a Milano, appena uscita di casa, insicura e che faceva casini per preparare una lavatrice ed una Barbara più sicura a Brighton...
e' stato molto bello vederle e rivederle dopo tanto tempo e farle conoscere..ci siamo ritrovate in una localino di Domenica in una Barcellona quasi deserta visto che a quell'ora la gente dorme per riprendersi dalle follie notturne...degustando del buon vino e del delizioso chorizo si parlava di tutto un pò, in spagnolo, in italiano e perfino in inglese...
un incontro non solo di esperienze ma di culture ed opinioni...bellissimo..
in autobus verso girona ho conosciuto un ragazzo palestinese che caso vuole lavori per una organizzazione no profit che si occupa anche di cancro al seno e cosi ci siamo confrontati sulle ns esperienze visto che anche io mi occupo di questo..
è stata una conversazione molto interessante e mi ha raccontato cose molte serie quasi impensabile per una che come me sbuffa la pensiero di compilare il form per richiedere la visa...noi siamo abituato a muoverci liberamente e a poter arrivare o partire dove vogliamo, dove l'unica differenza è pagare di meno o di più..
la questione palestinese ed israeliana è molto difficile e non è questo il posto dove parlarne ma la limitazione di libertà che queste persone incontrano o la violenza con cui affermano la loro è impressionante...

in aereporto ho conosciuto un altro ragazzo di Milano che come buddista era a Barcellona per seguire un corso visto che sembra essere un luogo dove il buddismo si pratica molto...e cosi mi ha raccontato vita,morte e miracoli di questa disciplina o religione a seconda dei punti di vista ed io, gli ho raccontato della mia se pur breve esperienza nel buddismo...anzi brevissima...

è cosi bello conoscere persone nuove ed un viaggio di pochi giorni ti permette di assimilare tantissime informazioni che vivendo sempre nel tuo paese non avresti mai modo di avere...viaggiare ti mette in un mode diverso, più attento, nel mio caso sospettoso a volte ma sicuramente più all'erta per captare i dettagli, i colori e persino gli odori...
questo viaggio mi ha ricaricata e mi ha permesso di razionalizzare parte dei miei pensieri ...
per cui oggi si riparte consapevoli un pochino di più delle mie strambe idee ma pronte a metterle in pratica...

e chi mi ama mi segua !!!

domenica 28 febbraio 2010

L'apparenza inganna ?

Ieri la mia vicina mi ha chiesto perchè non cambiavo il mio "areoplano" ovvero la mia macchina - fiat panda un pò vecchiotta ma tra alti e bassi sempre funzionante - e io le ho chiesto "E perchè? Funziona e alla fine è "solo" una macchina".
Ho cominciato a ragionare sul significato delle mie parole come sempre faccio quando qualcosa mi suona storta...la macchina è la nostra compagna di viaggio, c'è chi la ama, chi spende e spande per avere la macchina più bella da mostrare e chi come me, è affezionata a quelle quattro ruote che mi scarozzano per la città e che ha sempre mille dubbi su dove parcheggiarla, soprattutto a Roma.
Io alla mia macchina ho addirittura dato un nome, ci parlo, c'è un gruppo su fb a lei dedicato che poverina ne ha passati di tutti i colori e con cui a volte mi arrabbio quando si spegne e mi lascia per strada...per cui perchè dovrei cambiarla? Perchè non ha i finestrini elettrici o lo stereo super nuovo con cui possa scoattare in mezzo al centro, o i fanalini blu che evidenziano quanto io sia tamarra, o le gomme 4x4 con cui possa sgommare in città?
O forse perchè se passo in mezzo alla gente non pensano che io sia super ricca, o perchè non posso superare quelli che vanno sparati in centro?
Perchè dovrei buttare dei soldi comprando una macchina nuova quando la mia funziona? Soprattutto ora che nun c'avemo na lira e i contratti che ci fanno sono ridicoli e non ti permettono neanche di comprarti una bicicletta?
E cosi pensa e ripensa sono tornata al concetto che da qualche anno cozza con la mia idea di libertà..l'apparire.
L'apparenza è cio che connota chi siamo, le persone che si avvicinano a noi per parlarci, il modo in cui veniamo considerati e addiritura se siamo idonei o meno ad avere un lavoro o un figlio...posso capire che essere puliti ed ordinati sia giusto ma mi sono sempre scontrata con l'idea che un tipo di vestito piuttosto che un accessorio possa definire chi sei..soprattutto considerando che chi te la mette nel didietro è normalmente una persona vestita in giacca e cravatta !
Può una borsa Praga renderti migliore? Può un SUV farti sentire piu attraente?Può quel paio di occhiali firmato aprirti le porte della felicità?
SI..ma non solo le cose a farlo ma le persone con cui interagiamo che danno a quella borsa e quella macchina una connotazione precisa e che ci ha reso tutti uguali ed essenzialmente ciechi...
La prima impressione conta? Certo ! Anche nel mondo animale quando ci si vede per la prima volta ci si guarda, ci si osserva, ci si odora e sulla base di quello che si sente si decide se andare avanti o lasciar perdere - e nel caso degli animali se farsi la corte o mangiarsi a vicenda.
Ma poi all'impressione seguono le parole e gli interessi o almeno così dovrebbe essere, mentre noto che ormai è quello che hai fuori ad attrarre piu che quello che hai dentro...se esci in tuta o in minigonna e tacco perchè fai un'impressione diversa? Perchè lanci un messaggio diverso o perchè le persone a cui ti presenti sono interessate a una facciata più che al contenuto?
L'altro giorno mi sono provata un paio di occhiali bellissimi e che, diciamolo, mi stavano davvero bene...ho guardato il prezzo perchè mi sono detta che ora che lavoro mi posso levare qualche sfizio no?
€300 ...wow !!! E allora mi sono chiesta come sia possibile che siamo arrivati a pagare un pezzo di vetro cosi tanto quando c'è gente che non ha nemmeno la pensione di €300 e così quei meravigliosi occhiali sono rimasti nella meravigliosa vetrina insieme alle meravigliose immagini di meravigliose modelle super gnocche perchè indossavano quegli occhiali...
Ognuno di noi è diverso e vive sulla base di emozioni diverse ma, quello che provo ora è che nella mia tomba non vorrei portare una macchina o un paio di occhiali ma vorrei portare con me ricordi, esperienze, musica, viaggi, persone che ho conosciuto e che mi hanno lasciato un pò di loro, sorrisi, pianti, abbracci...
Anche per queste cose si paga, come in tutto nella vita, ma per quello sarei pronta a staccare un assegno ...

sabato 27 febbraio 2010

Freedom or Loneliness


Oh it's a mystery to me.
We have a greed, with which we have agreed...
and you think you have to want more than you need...
until you have it all, you won't be free.
Society, you're a crazy breed.
I hope you're not lonely, without me.

When you want more than you have, you think you need...
and when you think more then you want, your thoughts begin to bleed.
I think I need to find a bigger place...
cause when you have more than you think, you need more space.

Society, you're a crazy breed.
I hope you're not lonely, without me.
Society, crazy indeed...
I hope you're not lonely, without me.
There's those thinkin' more or less, less is more,
but if less is more, how you keepin' score?
It means for every point you make, your level drops.
Kinda like you're startin' from the top...
and you can't do that.

Society, you're a crazy breed.
I hope you're not lonely, without me.


E.Vedder

lunedì 22 febbraio 2010

venerdì 19 febbraio 2010

Como me gusta...

Como me gusta la noche con sus estrellas y su olor particular..no hay ruido pero solo pasos silencioso y lo que hace es imaginar quien podrìa ser y lo que va a hacer..
Como me gusta escuchar mi musica y estar un poco sola, entre mi y mis pensiamentos sin hablar con nadie o contestar a preguntas que no me gustan...
Como me gusta la noche con su obscuridad donde todo se puede esconder y todo se puede encontrar..te voy a hechar de menos pero nos vemos ...manana...
Buenas noches

giovedì 18 febbraio 2010

Glimpse of the past..
















Para ti querida...














E' strano come alcune persone abbiamo una vita molto più difficile degli altri pur impegnandosi il triplo...oggi una mia cara amica ha avuto l'ennessima delusione al lavoro e ha subito pressioni e commenti poco carini da un sua connazionale (visto che vive e lavora all'estero).
Ops ho usato la parola connazionale ma lei non è Italiana ma la considero tale perchè per me lei non è tedesca, spagnola, araba ma è solo una mia amica con una grande intelligenza e una forte umiltà..
Dopo aver sentito la sua storia mi sono davvero rattristita...tutta la mia vita sentiamo ripeterci che dobbiamo essere belli,bravi e buoni perchè è cosi che si evita la cattiva strada.
Sinceramente (anche se ora è un pò troppo tardi forse) mi piacerebbe essere un pò più stronza, fregarmene meno degli altri cosi da poter speronare senza rimorso chi si mette in mezzo e mi intralcia la strada.
OK, forse non tutti ovviamente ma la gente come quella che io,la mia collega e tante persone ci troviamo davanti tutti i santi giorni...invece di avere il mio pandino mi piacerebbe avere un S.U.V e staccare le corne a tutti loro!!! Stasera sono molto arrabbiata e delusa, arrabbiata perchè persone speciali come la mia amica meriterebbe di essere trattata in punta di mano e delusa perchè c'è della gente davvero di merda in giro !!
Posso dire merda in un blog? Scusate però era l'unico termine che andava bene...
Linda esta carta es para ti...lo siento mucho pero no te rindas vale??
Te quiero mucho y cuidate mucho hasta que te veo aqui.

martedì 16 febbraio 2010

Proviamoci di nuovo...















Lo ripeto ben due volte perchè anche stavolta la tecnologia si è abbattuta su di me visto che dove avere speso tanta fatica per la creazione del mio mitico blog ne sto creando un altro ..devo aver fatto qualche casino tanto per cambiare per cui ecco a voi il mio nuovo blog...
Il titolo è ripreso da un pezzo che mi piace molto e che mentre stavo per sbroccare mi ha dato la colpa necessaria per non spaccare il mio povero ed innocente pc..Albinoni, Adagio in G Minor..
bellissimo !!!
Per cui eccomi qua...penso che lascerò quello scritto nel mio precedente blog e continuerò questo sperando di fare meno casini sennò avremo il mondo dei blog invaso da me stessa :-)
Il mio blog, diciamolo, non ha avuto molto seguito perchè anche se pubblicizzato tra i miei amici solo pochi sono venuti a vederlo...non è tanto per quello che scrivo o per le foto che dico ma a volte un posto "freddo" come il blog può essere un metodo di comunicazione piu intenso che una chiacchierata...perchè? Perchè si rivelano emozioni che a voce (almeno per me) sono diverse..si è più sinceri e si può mettere su carta quelle sensazioni che ci pressano...
Io sono molto cambiata, forse troppo, e a volte mi sembra che la percezione di ciò sfugga...non mi sto lamentando o compatendo ma mi rendo conto che non sempre è facile parlare e per paura di non essere capiti si finisce per non farsi capire o per smettere di parlare...

Un saggio mi ha detto che nella vita bisogna:
^ sempre avere una alternativa
^ sempre poter dare quella alternativa
^ sempre poter levare quella alternativa

La parola alternativa è carica di significa e sto riflettendo sulle mie di alternative...le ho al momento? Forse no..le posso creare? Sicuramente si ma con il timore di poterle dare ma non volerne levare....