sabato 19 febbraio 2011

Praga

Viaggiare non è solo una maniera per svagarsi o per divertirsi ma è soprattutto un’ occasione per imparare o per approfondire cose ormai dimenticate.
A scuola abbiamo studiato le guerre ma sia per la giovane età che per la noia che circondava le mie professoresse ho sempre e solo studiato per passare l’interrogazione, imparando a memoria le date delle guerre, il numero dei morti e i nomi dei vincitori. L’unica cosa che mi ricordo è il 15/18 non come inizio della prima guerra mondiale ma perché ci si riferiva a quelle date quando qualcosa era molto vecchio.
Questo fine settimana sono stata a Praga, un piccolo momento di respiro in questo momento un po’ complesso e confusionario.
Praga è stata sotto il regime comunista per oltre 40 anni e girando per la città si respira questa tensione che poi come tutte le cose è stata sfruttata a livello commerciale.
Più morti più turisti, più macerie più immobili? Non sempre devo dire perché nelle parole della guida c’era molta tristezza e volontà di farci capire come la guerra li abbia segnati in maniera profonda.
La nostra guida ci ha raccontato come Praga non sia stata distrutta durante la guerra semplicemente perché Hitler voleva far diventare quella città sua dimora e ha cercato di preservarla…ci ha anche detto che però tanti edifici sono stati diciamo modificati perché non in linea con il gusto del suddetto gentleman (ebbene si la guida ha usato questo termine ma ho notato un “lieve” sarcasmo)
Il 60% della popolazione è ateo ma non perché si sia fatta una scelta consapevole a monte ma perché se eri cattolico zac ti tagliavano la testa per cui era abbastanza ovvio quale via si sarebbe scelta. Oltre al taglio delle teste c’era anche il lancio della finestra divenuto famoso con il nome “defenestrazione di Praga” che fu causa della guerra dei trent’anni. Insomma questi ceci non si fanno mancare proprio nulla.
Il regime a cui questa città è stata sottoposta ha lasciato un vuoto enorme di sentimenti colmandolo con paure e timore ma dando anche molta forza a questa popolazione che sta cercando di uscire allo scoperto e di mostrare a tutti le sue bellezze.
Le persone che ho conosciuto sono state molto gentili e in loro mancava quella aggressività che caratterizza i cercatori di turisti..forse dovuto a quello che le generazioni passate hanno subito hanno cercato di portare dentro solo il ricordo della libertà e di renderla accessibile a tutto tramite un sorriso.