Il rispetto per gli altri passa anche dalla tavola?
Me lo
sono chiesto spesso in questo anno, anno in cui la mia vita alimentare è
cambiata avendo deciso di diventare vegetariana.
Non so bene se il termine “avere deciso” sia esatto, è una
sensazione che ho sempre avuto dentro di me ma per comodità ho preferito non darle
peso, non pensarci troppo. Poi la sensazione è diventata troppo forte, quella
vocina dentro di me mi ha chiaramente detto che c’era qualcosa che non andava e
cosi ho fatto finalmente il passo.
Pensavo che le maggiori difficoltà sarebbero state date dalla
mancanza della carne o del pesce ed invece eliminare quel cibo è stato
totalmente naturale. Le maggiori difficoltà sono derivati dai miei “commensali”,
amici e parenti, che una volta saputo della mia scelta hanno sciorinato una
marea di domande, critiche e a volte frasi fatte.
“ Io a voi non vi capisco” – nessuno te lo ha chiesto
“ A me piace il vitello bollito vivo e poi cotto” – ognuno ha
i suoi gusti
“Non è che se non mangi una mucca salvi il mondo” – il mondo
forse no, una mucca si
“ Non sai cosa ti perdi” – ehm si lo so, ho fatto questa
scelta a 35 anni e nessuno mi ha costretto
“ Allora anche prendere l’autobus fa male all’ambiente” – le
grandi conquiste si fanno passo dopo passo
Nessuno che mi abbia mai chiesto invece "Come ti senti?"
Ovviamente tutti questi discorsi nascono a tavola, dove la
domanda principale “Perché sei vegetariana?” introduce il cibo.
Ora, secondo voi per quale motivo si sceglie di diventare
vegetariani? Ma soprattutto perché me lo chiedete sempre e solo quando state
per mordere una bistecca? Io, che per fortuna sono una persona educata ma anche e soprattutto perchè non mi interessa iniziare questo tipo di discorso che so esattamente dove porterà, declino
dicendo che non credo sia il caso di parlarne a tavola e che se si è
interessati se ne può parlare dopo.
Un dopo che non avviene quasi mai perché alla
gente non frega nulla se sono vegetariana, vegana, crudista, carnivora,
dinosaura, omicida…la gente deve farsi i fatti tuoi e criticare.
Stessa cosa avviene dalla parte di persone vegane che mi
hanno detto che in realtà essere vegetariani non ha molto senso e che è fare le
cose a metà.
Ao ma che palle!!! Ma è possibile che una persona non
possa vivere come vuole nel rispetto proprio ed altrui ricercando un proprio
equilibrio? Perché la gente devo solamente criticare?
Criticare ogni scelta che considera sbagliata o peggio, che
considera corretta ma è troppo pigra per farla, criticare ciò che gli mette
paura, ciò che esula da quello che la nostra società impone.
Come ti vesti, cosa ti mangi, se ti tatui, se parti, se
decidi di non sposarti o avere figli, se non vuoi un lavoro da schiavo o se
vuoi semplicemente farti i cazzi tuoi, eccoli le persone che zac devono
comunque dirti come la pensano quando nessuno aveva mai richiesto la loro opinione.
Ma mentre delle cose sopracitate ormai ne avevo fatto l’abitudine,
questa mia nuova dimensione mi ha portato a contatto con una realtà che avevo
sottovalutato.
Non siete d’accordo con la mia scelta? Va bene.
Non vi chiedo di capirla o di accettarla, vi
chiedo solo di avere rispetto per me – e possibilmente di farmi mangiare in
santa pace.