giovedì 20 ottobre 2011

Blocco dello scrittore vai via...

Ora capisco cosa vuole dire avere il blocco dello scrittore…è quando hai talmente tante cose in testa che non sai nemmeno da che parte iniziare…tantissime parole, idee, spunti di riflessione, cose che ti accadono tutti i giorni su cui rimugini e vorresti avere carta e penna per poter scrivere tutto subito senza perderti nessuna emozione…

Questi mesi sono stati molto pieni, una grande delusione , un grande viaggio, una grande attesa, ungrande ritorno…tutto grande, tutto al limite e occhi nuovi con cui guardare…non vorrei ripetitiva ma davvero viaggiare è l’unico modo per staccare, per levarsi un po’ di quella pelle morta che la città, le persone, il traffico, la noia ti tirano via senza perà staccarla…

Il Canada è un luogo bellissimo, immenso e pieno di vita..tutti gli elementi sono concentrati in un’unica terra e l’energia che emana la puoi respirare, vedere negli occhi delle persone e percepire nei loro sorrisi…mi chiedo cosa manca a noi italiani…può sembrare paradossale ma stando in Canada ho avuto modo di paragonare e apprezzare la nostra terra..una terra meravigliosa e piena di tutto…abbiamo il mare, la montagna, i paesaggi che sono stati sfondo di cartoline, amore, addii, un cibo delizioso, economico che mezzo mondo ci invidia…abbiamo tante regione e tante culture, siamo gente di cuore che si aggrappa a qualcosa che si sta sgretolando..eppure io voglio andare via…di nuovo…via da un governo che non funziona, via da una mentalità chiusa e bigotta che non vede al di là del proprio naso e del proprio portafoglio..via da una società che ti sfrutta e ti giudica non per quello che sei ma per quello che dovresti essere..povera Italia cosa ti abbiamo fatto…

Io ti amo ma purtroppo l’amore non è abbastanza…non lo è con te come con nessun altro...

sabato 19 febbraio 2011

Praga

Viaggiare non è solo una maniera per svagarsi o per divertirsi ma è soprattutto un’ occasione per imparare o per approfondire cose ormai dimenticate.
A scuola abbiamo studiato le guerre ma sia per la giovane età che per la noia che circondava le mie professoresse ho sempre e solo studiato per passare l’interrogazione, imparando a memoria le date delle guerre, il numero dei morti e i nomi dei vincitori. L’unica cosa che mi ricordo è il 15/18 non come inizio della prima guerra mondiale ma perché ci si riferiva a quelle date quando qualcosa era molto vecchio.
Questo fine settimana sono stata a Praga, un piccolo momento di respiro in questo momento un po’ complesso e confusionario.
Praga è stata sotto il regime comunista per oltre 40 anni e girando per la città si respira questa tensione che poi come tutte le cose è stata sfruttata a livello commerciale.
Più morti più turisti, più macerie più immobili? Non sempre devo dire perché nelle parole della guida c’era molta tristezza e volontà di farci capire come la guerra li abbia segnati in maniera profonda.
La nostra guida ci ha raccontato come Praga non sia stata distrutta durante la guerra semplicemente perché Hitler voleva far diventare quella città sua dimora e ha cercato di preservarla…ci ha anche detto che però tanti edifici sono stati diciamo modificati perché non in linea con il gusto del suddetto gentleman (ebbene si la guida ha usato questo termine ma ho notato un “lieve” sarcasmo)
Il 60% della popolazione è ateo ma non perché si sia fatta una scelta consapevole a monte ma perché se eri cattolico zac ti tagliavano la testa per cui era abbastanza ovvio quale via si sarebbe scelta. Oltre al taglio delle teste c’era anche il lancio della finestra divenuto famoso con il nome “defenestrazione di Praga” che fu causa della guerra dei trent’anni. Insomma questi ceci non si fanno mancare proprio nulla.
Il regime a cui questa città è stata sottoposta ha lasciato un vuoto enorme di sentimenti colmandolo con paure e timore ma dando anche molta forza a questa popolazione che sta cercando di uscire allo scoperto e di mostrare a tutti le sue bellezze.
Le persone che ho conosciuto sono state molto gentili e in loro mancava quella aggressività che caratterizza i cercatori di turisti..forse dovuto a quello che le generazioni passate hanno subito hanno cercato di portare dentro solo il ricordo della libertà e di renderla accessibile a tutto tramite un sorriso.

mercoledì 19 gennaio 2011

salutiamoci..

Dire addio a qualcuno è sempre molto triste ma dirle arrivederci può essere anche peggio…nella parola addio si cela la convinzione che tutto sia ormai finito e che la parola fine sia stata messa..nella parola arrivederci si cela la speranza di rivedersi un giorno, chissà anche per poco o chissà per sempre…
Le cose alla fine tornano, sotto forma di altri luoghi, altre persone, altre problematiche ma alla fine la cosa che viene chiesta è sempre quella di fare una scelta.
Scegliere è ciò che ci rende umani, diversi dagli animali..loro scelgono al momento per la sopravvivenza mentre noi scegliamo per il futuro, per una progettualità che al momento non esiste e forse per la paura di soffrire.
Io ho detto arrivederci a qualcosa di molto bello ma forse arrivato nel luogo sbagliato, ho detto arrivederci a qualcosa che ho aspettato ma che al momento non posso prendere..ho scelto e solo il tempo potrà dirci se la scelta è stata giusto.
Per cui io non dico addio nè arrivederci ma solo a presto.