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Mostar |
Ci sono viaggi che nascono per caso e che ti travolgono durante il percorso.
Quest’estate sono andata in Montenegro e Bosnia, sorrido al
pensiero che le mie più grandi aspettative fossero sul Montenegro, per la sua
natura, per il fatto di essere ancora poco turistico al quale abbiamo aggiunto
la Bosnia sulla base di tante tante persone che mi hanno detto che Sarajevo
fosse una città splendida.
Cosi il nostro itinerario si è cominciato a delineare ma più
leggevo e più volevo sapere, più ricordavo cosa era davvero la Bosnia e cosa
era successo anni fa e più capivo che bisogna rimanere di più, bisogna dedicare
il giusto tempo alla memoria. Può sembrare assurdo ma almeno la sottoscritta aveva dimenticato che solo 20 anni fa a 1 ora di aereo
c’era stata la guerra, avevo dimenticato quando guardavo Rai 1 e vedevo le
città bombardate, i miei ricordi sono immagini grigi e spari continui, gente
che urlava e bambini che piangevano.
Ma purtroppo le guerre non insegnano e dopo Sarajevo è
iniziata la Siria, lo Yemen e tante altre situazioni in cui molte volte non
vogliamo vedere o sentire.
Tornando a noi, la Bosnia
è diventata anche Mostar e soprattutto Srebenica. Ecco, Srebenica la città (almeno da me)
dimenticata è diventato il luogo più triste e intenso che abbia visitato, il
luogo a cui ancora penso e quello che mi fa venire le lacrime quando ne parlo.
Srebenica rappresenta il male, rappresenta la cattiveria
dell’uomo e la sua stupidità, Montanelli una volta disse “Un popolo che ignora
il proprio passato non saprà mai nulla del proprio presente” e io aggiungerei
del proprio futuro.
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Black Lake |
Ma iniziamo... dal Montenegro.
Siamo atterrati la domenica sera a Podgorica (abbiamo
dormito all’Hotel Laguna, loro davvero carini e gentili) e la mattina seguente
di buon ora abbiamo preso un mini furgoncino che dopo 3 ore ci ha portato nella
cittadina di Zabjlack per visitare il Durmitor National Park dove saremmo
rimasti 2 giorni e mezzo.
Il viaggio è stato, come dire, interessante, non c’era più
posto per noi dietro per cui ci siamo seduti vicino al guidatore osservandolo
con una certa ehm preoccupazione mentre guidava e fumava, si apriva birra e
parlava al telefonino (veniva chiamato circa ogni 5 minuti)
Ho scoperto che è uso che aspettare il bus anche in fermata
non ordinarie, in mezzo al nulla o vicino al un albergo e lui si
fermerà…sempre.
Abbiamo dormito da Rooms and Bungalows di Sreten Žugić –
Sreten è un ragazzo adorabile e insieme al fratello (di 18 anni che è il
manager!!) portano avanti questo business insieme ad altre mille attività. Ci
hanno davvero accolto, consigliato, abbiamo fatto il jeep safari (è costato 60
euro a testa ma ne valeva davvero la pena) e ci siamo sentiti davvero bene.
Il
bagno è in comune ma credo di non aver mai trovato un posto cosi pulito, sempre
rifornito di shampoo, balsamo e il giorno della partenza ci ha anche dato degli
asciugamani nuovi per farci la doccia prima di partire (dettaglio che può
sembrare poco importante ma in altre esperienze già se chiedevi di andare in
bagno ti guardavano male).
Ci sono venuti a prendere e ci hanno portato alla stazione
dei bus, Sreten è fuori di testa quando guida e si diverte un sacco e ha
condiviso con noi tanto.
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Black Lake |
Il Durmitor Park (parco nazionale con ingresso di € 2 al
giorno ma si può anche fare una tessera per una settimana) è stupendo, il lago
più famoso è il Black Lake (anche se a me pareva verde), si può passeggiare,
nuotare, affittare una barchetta, camminare e mangiare dai piccoli chioschi dei
succulenti frutti rossi…yummi! Non avevamo considerato che essendo al nord ed
essendo in montagna facesse moooolto freddo per cui io andavo in giro modello
cipolla avanzato ovvero tutto quello che avevo lo mettevo (uno spettacolo molto
sexy devo dire).
Siamo andati sul ponte Tara dove ho provato l’ebbrezza della
zip line, a parte il cuore a mille è stato bellissimo, ce ne sono due di zip
line una corta e una più lunga ma ci hanno consigliato quella corta perché
sembra che l’altra non abbia tutti i permessi….poi non so se sia vero o se
fossero amici di Sreten ma perché rischiare?
E cosi il 16 agosto abbiamo affrontato un viaggio un pochino
più lungo ovvero Zbajlack – Niksic dove avremo aspettato fino alle 01.45 del
mattino (il bus era previsto per le 00.40), poi Niksic – Sarajevo in notturna
con passaggio frontiera e poi arrivati a Sarajevo saremmo ripartiti dopo poco
per Srebenica.
Piccola nota: la stazione di Niksic chiude alle 22 per cui
il bus per Sarajevo si aspetta in mezzo alla strada, di fronte l’ufficio
postale. Non è stato facile capirlo perché, stranamente, li nessuno parlava
inglese ma tutti hanno confermato che il bus passava li. A parte i primi
momenti di dubbio ci siamo arresi all'evidenza (mi era già successo in turchia dove la fermata del bus era un albero di mele ma all'inizio non eravamo proprio tanti sicuri del "ferma li fidati" )e alla fine, molto alla fine,
l’autobus è arrivato.
Non è stato il massimo aspettare ore per strada ma non
facevo freddo e alla fine ce l’abbiamo fatta e il nostro mitico driver ci ha
portato dopo circa 6 ore a Sarajevo. Evito di raccontare le condizioni del bus
e della gente che ci dormiva, del fatto che ci hanno controllato i biglietti
varie volte senza motivo svegliandoci in continuazione e non è stato il viaggio più riposante della mia vita
ma alla fine siamo arrivati a Sarajevo alle 06.30 (alla stazione secondaria che
si chiama Istočno Sarajevo) perfetta perché proprio da li partiva il bus per
Srebenica e...eravamo in Bosnia!
Saremmo dovuti arrivare a Srebenica alle 12.48 ma per motivi
sconosciuti ci abbiamo messo molto ma molto di più, ma vabbè, è stato comunque
molto bello passare per tutti i villaggi, vedere come il paesaggio a tratti
ricordi la Toscana, sia molto più verde di quello che mi aspettassi.
A Srebenica abbiamo alloggiato all’ostello (l’unico che c’è)
vicino alla fermata del bus.
Srebenica lascierà per sempre un ricordo dentro di me.
La sera abbiamo mangiato da Bato, un ristornate vicino all'ostello. Quando siamo arrivati era chiuso ma il proprietario ha aperto per
noi. Partendo dal fatto che non parlava inglese e che io sono vegetariana mi
sono vista mangiare riso e pane ed invece, quando gli ho detto che era
vegetarian lui ha farfugliato qualcosa ed è sparito, ritornando dopo poco con
un piatto di verdure buonissime e del pane fatto in casa.
Non so bene come (lui parla serbo e io...no!) ma io e lui ci siamo messi a chiacchierare,
mi ha mostrato le bottiglie di vino da collezione, mi ha detto che lui era in
una band musicale, che prima c’era tanta gente che veniva per via delle terme
ma che la guerra ha cambiato tutto. Ci
ha offerto da bere (rajkia), cibo ottimo e che dire, a un certo punto è andato
a casa a prendere delle cose e ci ha lasciato li, dicendo di non affrettarci e
che sarebbe tornato (tutto detto a gesti). Ci ha fatto strano, la fiducia di
una persona per delle persone mai viste prima.
Io mi sono letteralmente innamorata di quel signore, della
sua gentilezza e delle sue verdure fantastiche.
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Cimitero di Srebenica |
Il giorno dopo siamo andati al Memorial Centre, per
arrivarci si ferma il primo taxi che passa e si condivide il passaggio (molto
divertente), la tariffa è fissa ovvero 2,50 a corsa e credo che ci sia un
tassista solo visto che sia all'andata che al ritorno abbiamo incontrato lo
stesso :-)
Il Memorial Centre è un pugno nello stomaco.
Prima si entra all'interno del capannone (una vecchia
fabbrica dove i militari olandesi fecero base) dove si trovano le foto e le storie
di alcune delle persone - 8372 per la
precisione – che furono uccise dalle
truppe di Ratko Mladić .
8372.
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Memorial Center, Srebenica |
E il numero non è ancora finito.
Nelle teche ci sono i loro oggetti, queste persone non
sapevano che sarebbe state uccise, ci sono lo spazzolini, le sigarette, il
pettine, un orologio, gli era stato detto che sarebbero state messe in salvo e
invece sono state brutalmente uccise. Quello che più mi ha impressionato è
pensare che una intera generazione, quella del 1979, la mia, non esiste più.
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Memorial Center, Srebenica |
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Memorial Center, Srebenica |
Nella seconda parte del percorso un video ripercorre i
giorni prima del massacro, con filmati molto crudi, molto crudi, con urla
disperate, persone che non capiscono, non hanno fatto nulla perché si trovano
li, perché vengono uccise, umiliate, in un video si vedono 6 persone che
vengono caricate su un pulmino, derise e prese a calci, poi fatte scendere.
Fatte stendere, derise, fatte alzare e camminare per 10 km.
Le prime 4 vengono uccise e le altre due devono sistemare i
corpi sapendo che quella sarà la loro fine. E poi vengono uccise.
Io non posso fare testo perché il mio livello di empatia
racchiude tutto l’universo ed ero l’unica che piangeva come un fontanone, non
solo per il video in sé ma perché a queste persone era stato detto che sarebbero state portate via, in salvo, ed invece sono state divise, uomini a destra,
donne a sinistra, e tutti gli uomini sono stati uccisi, in varie città, li
hanno fatti camminare e camminare per km e ne uccidevano a migliaia e poi
ricominciava la marcia, senza un perché.
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Cimitero di Srebenica |
Secondo alcuni, nel momento della partenza dei bus quando Mladić
dice che non devono preoccuparsi perché loro non c’entrano niente e saranno
messi in salvo, qualcosa è scattato nella sua testa e ha deciso di vendicarsi
per una vecchia sconfitta con i turchi, disse ““è tempo di prenderci la nostra
rivincita contro i Turchi”.
E li è iniziato quello che tutti ricorderemo come
il massacro di Srebenica.
I video, le foto, i processi contro i soldati olandesi sono
molto forti, l’aiuto richiesto non arrivò mai e persone innocenti vennero
uccise. Ma la cosa più tragica è che per cancellare le tracce i corpi vennero
spostati con le ruspe e i resti si sono trovati nell'arco di più di 50 km.
Inoltre, ogni singolo anno, per la ricorrenza dell’11 luglio un enorme camion
arriva e porta con sé nuova ossa che nel frattempo sono state ritrovate e riconosciute
per ricongiungerle con il suo proprietario o per aprire nuove tombe.
La perdita di una persona cara è straziante ma, perderla
perché altre persone hanno deciso di giocare a Dio non è accettabile, sapere
che il suo corpo non è stato rispettato neanche dopo la morte e che una parte
non sarà mai ritrovata può lacerare per sempre il corpo e l’anima delle
persone.
Tutti, tutti hanno riconosciuto che quello che è successo a
Srebenica è stato vergognoso, ma guardando le foto nel capannone ho capito che
non è cambiato nulla. A quelle foto
bastava cambiare il nome e l’anno e davanti a me avrei avuto la Siria adesso
nel 2017.
22 anni dopo nulla è cambiato.
Anzi, è solamente peggiorato.
Non è la prima volta che visito paesi dove ci sono stati
massacri, anche perché non credo esistano paesi in cui l’avidità dell’uomo non
sia arrivata, ma questo posto mi ha colpito molto e mi rimarrà sempre nel
cuore.
Il giorno dopo siamo tornati a Sarajevo, sempre con il
mitico pulmino e da li con un autobus abbiamo raggiunto il nostro airbnb. E’
strano cominciare a notare che i palazzi sono pieni di buchi, ti viene da
pensare che come a Roma sia perché sono vecchi e l’intonaco cade ma poi capisci
che sono troppo perfetti e troppi tutti insieme e la memoria ti ricorda quello
che hai letto su google.
Sono colpi di mortaio, e la memoria va alle immagini del tg5
quando si vedevano palazzi bombardati e gente che correva. A un’ora di aereo da
casa mia.
Sarajevo è una città bellissima, piena di storia, divisa in
due tra oriente e occidente.
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Shopping alternativo, Sarajevo |
Personalmente la parte occidentale non mi è piaciuta, pur
essendo bella non ha quel particolare che fa la differenza, troppi pub e troppo
rumore mentre entrando nella parte orientale si fa un passo indietro. Il
quartiere turco si chiama Bascarsija (quartiere costruito nel XV secolo nato come mercato ) ed è un dedalo di viuzze, cunicoli, pieni
anzi strapieni di negozietti, ristoranti, piccoli posticini per bere il loro
famoso caffè (che devo dire ho preferito rispetto a quello turco). Tra questi vicoli ho visto una signora che vendeva dei centrotavola ricamati da lei e figuriamoci, ho completamente dimenticato i negozi e sono andata da lei la quale quando ha capito che non solo compravo ma non volevo nessuno sconto (io li picchierei quelli che chiedono sconti in queste occasioni) ha cominciato a tirarmi baci a più non posso.
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Piazza degli scacchi, Sarajevo |
Passeggiare per Sarajevo è come entrare e uscire in realtà
diverse e sovrapposte, si può godere di un caffè e di un baklava in centro e
poi camminando fuori dal centro guardare i palazzi che riportano le ferite
della guerra o le famose rose per la strada che indicano dove sono caduti i
mortai.
Per non dimenticare
L'assedio di Sarajevo, avvenuto durante la guerra in Bosnia
ed Erzegovina, è durato dal dal 5 aprile 1992 al 29 febbraio 1996. L’assedio
più lungo nella storia bellica moderna.
Con 3.777 bombe sganciate il 22 luglio
1993.
3.777 bombe in un giorno solo.
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Sarajevo |
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Tunnel di Sarajevo |
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Tunnel di Sarajevo |
Siamo stati a vedere il tunnel di Sarajevo (Agenzia Insider), che negli anni
di assedio ha permesso alle persone di recuperare cibo, armi, pannolini, cibo
per bambini, assorbenti, cerotti, medicine, tutte le piccole cose che servono
per vivere e sopravvivere quando vieni bombardato ogni singolo giorno a ogni
ora. Abbiamo visto alcuni video, e la memoria mi ha ricordato che quei video li
vedevo prima di andare a liceo, vedi persone che corrono mentre nella strada
sparano, vivi non sapendo mai quando ti prenderanno.
Abbiamo partecipato a una visita gratuita in città (parte di fronte l'agenzia Insider), con la
guida più pazza e brava che abbia mai conosciuto, che non si è addentrato nella
storia – quella si può trovare su wikipedia – ma sui dettagli di una guerra che
li ha distrutti nell'anima e nel corpo.
Chi sapeva che alcuni persone (non ricordo bene la
nazionalità mi pare russi e francesi) pagavano per sparare ai civili? Si
appostavano sulle montagne intorno a Sarajevo e facevano il tiro al bersaglio.
Sulle persone.
E che la bellissima biblioteca Vijecnica fu data alle fiamme per il gioco di
tre cecchini, con la conseguenza che oltre 1 milioni di libri andarono perduti
e il simbolo della convivenza dei popoli,del passato che portava con se le
testimonianze di culture antiche distrutte.. E se un libro non vale la vita di
una persona mi fa comunque tanta tristezza pensare come l’uomo si sia
autodistruggendo.
Ma poi, per ridarci speranza nell’uomo, ci ha raccontato la
storia di Gazi-Husrev Beg, militare ottomano, che con la sua mente e le sue
donazioni cambio per sempre Sarajevo. Un giorno Gazi Husvrev Beg guarando il cielo cosa altro poteva fare
per la sua città quando vide un piccolo gatto camminargli davanti. E li capì,
non aveva pensato agli animali e cosi costruì davanti alla moschea una piccola
pietra con un buco dove c’è sempre dell’acqua per qualsiasi animale abbia la
necessità di bere.
Ha fatto costruire un orologio che segna quanto tempo manca
al tramonto, perché è importante terminare di lavorare e tornare a casa dai propri
cari.
Un persona illuminata.
Inoltre abbiamo scoperto che quando si muore il valore della
persona si vede dalla grandezza del turbante che viene posto sulla tomba..il
suo enorme e bellissimo.
Da Sarajevo ci siamo spostati a Mostar con il treno, comodo,
pulito e con wi fi in ogni carrozza (e un film con Brad Pitt in lingua
originale con sottotitoli)..altro che le ferrovie non funzionano!
Ho sempre adorato il treno perché ti permette di vedere
alcune zone dove neanche con la macchina riusciresti ad andare, e è stato un
viaggio davvero meraviglioso passando tra le montagne e i piccoli villaggi
racchiusi . Arrivati a Mostar il nostro mitico host ci è venuto a prendere
(Pansion Villa Anja). Non riuscivano a trovarci ma è venuto in nostro aiuto un
tassista che lo ha chiamato e gli ha dato la nostra posizione.
Ma come fai a non amarli?
Mostar è una cittadina davvero bella, il ponte ricostruito è
molto affascinante anche se scivoloso e infatti io l’ho percorso quasi sempre a
piedi scalzi che altrimenti avrei fatto un volo non indifferente. La città è
piena di negozietti meravigliosi, io avrei voluto comprare tutto, tutto!!! Chi
lavora il rame, chi vende quelle meravigliose lampade tutte colorate che sono
il mio sogno, chi ha bellissime borsette fatte a mano….mi sarei voluta comprare
l’intera città!
Se da una parte Mostar vuole crescere e aprirsi ai turisti dall'altra non vuole dimenticare ciò che è accaduto nel 1993 e in giro per la strada si trovano tanti riferimenti a questo sentimento. La più famosa è la pietra che si trova all'inizio (o alla fine) del ponte di Mostar e su una tettoia di un bar è possibile vedere una enorme scritta " Don't forget. But do forgive. Forever". E temo che questo monito sia stato disatteso più e più volte.
Abbiamo deciso di fare un tour enogastronomico perché
leggendo qua e là ho scoperto che l’Erzegovina è famosa per il vino e quindi
bisogna testare!! Abbiamo scelto Mostar
X Adventures, è stata davvero una scelta di pancia, chiedendo in giro le
persone che presentavano il tour erano scocciate
o poco informate mentre loro ci sono sembrati
subito sul pezzo!
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Wine tasting |
Io ho una memoria terribile per i nomi quindi non mi ricordo
il nome del ragazzo che ci ha accompagnato ma siamo stati benissimo. Dovevano
essere poche ore e si sono trasformate in un pomeriggio/sera di chiacchiere, di
degustazioni, di vigneti meravigliosi. Abbiamo avuto modo di conoscere gli “anziani
delle vigne” che ci hanno raccontato la loro storia, mostrato orgogliosamente
la loro uva e spiegandoci il procedimento di produzione dei vini (io in mezzo a
mille bottiglie di vino…oooooo meravigliaaa!).
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Monastero di Tekija |
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Kravice |
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Pocitelj |
Il giorno dopo abbiamo fatto, sempre con la stessa agenzia,
un giro della Herzegovina visitando il Monastero di Tekija (monastero derviscio costruito nel 1520 oggi monumento nazionale che si trova nella città di Blagaj, il villaggio di Pocitelj, le cascate di Kravice (belle ma troppo turistiche e con un acqua
gelata!) e poi abbiamo deciso di visitare Medjugore ..io me l’aspettavo
completamente diversa e non come uno stadio con palco e sedie e tendoni da
festa ma ovviamente ognuno ricerca la fede dove crede.
Curiosando qua e là ho scoperto un piccolo e incantevole
caffè
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Caffe de Alma |
(Caffè de Alma) gestito da un ragazzo del posto molto gentile che ha aperto questo locale dove vende una esperienza a 360° per gli amanti
del caffè. Lui sceglie, compra, macina i chicchi e prepara il caffè
nella vecchia maniera, ti spiega come berlo anzi sorseggiarlo e per me che il
caffè lo bevo in tempi record tra 5 e 6 secondi mi fa strano come si possano
passare ore davanti a una tazza di caffè.
Mostar è deliziosa anche di sera e se volete passare una
serata con della musica dal vivo, seduti per terra davanti al ponte e bevendo
ottima rajka a poco prezzo andate al Old Dog Pub.
Il giorno dopo il nostro viaggio ci porta a Podgorica e
stavolta abbiamo scelto il bus – all’andata era buio ma stavolta ho potuto
ammirare un panorama pazzesco alla frontiera che si trova incastonata tra le
montagne.
Non ho avuto tempo di fare delle foto decenti ma sono
rimasta davvero senza parole. Per quanto riguarda la città di Podgorica mi soffermerò
poco visto che, ahimè, c’era davvero poco da vedere….abbiamo camminato per ore
in giro per la città alla ricerca delle piccole strade, delle piccole sinagoghe
ma purtroppo è una città prettamente commerciale e d’affari quindi non mi ha
entusiasmato.
Abbiamo dormito al Room Centar.
La mattina dopo abbiamo preso il treno per Virpazar che è la
cittadina da cui si accede al lago di Scutari - anche detto Skatar(€1). Il lago di Scutari è
il più grande lago della penisola balcanica ed è situato tra il confine dell’Albania
e il Montenegro. Il nostro affittacamere
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Rakija |
era centralissimo (anche perché il posto è davvero piccolo) e la signora ha
subito conquistato il mio cuore offrendoci appena arrivati – ore 9.30 del
mattino – un bicchierino di Rakija olè! Chi ero io per rifiutare un cosi
gentile gesto?
Il figlio della signora (Pedja Vuletic – pedja.vuletic@t-com.me) aveva una
piccola agenzia e con lui abbiamo fatto il giro del lago, ti senti davvero
piccolo piccolo visto la grandezza del lago e ti verrebbe voglia di tuffarti
tra le splendide ninfee che galleggiano sulla superficie e sono l’appoggio
sicuro per tanti uccelli. Sono sincera,
il paesino di Virpazar non mi ha emozionato particolarmente, avevo letto che si
potevano fare tantissime cose ma arrivati li abbiamo scoperto che per
raggiungere le grotte o altre località serviva la macchina e pur provandoci non
siamo riusciti a trovare un modo per andarci e neanche l’ufficio turistico ci
hanno dato altre alternative.
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Lago di Scutari |
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Imbarcadero |
Inoltre in tutto le guide veniva indicata la possibilità di
fare giri in barca anche di 3 o 4 ore per visitare monasteri, vecchi villaggi
di pescatori e le piccole isole ma invece tutti offrivano un giro solo di 1 ora
e mezza – non ho ben capito perché.
Abbiamo quindi deciso di camminare lungo la montagna e devo
dire che la vista era spettacolare, i colori autunnali (anche se era agosto)
rendevano il tutto più affascinante. Purtroppo c’è stato un grande incendio e a
parte l’aria irrespirabile vedere una scia di fuoco lambire la montagna è
qualcosa che mi rattrista tantissimo, vedere la natura bruciare e sentirsi
impotente. Stessa cosa era successa vicino Mostar, km e km di montagna rasa al
suolo, sarà che sono estremamente empaticata sarà che la bellezza della natura
è qualcosa di cui non tutti si rendono conto ma gli incendi mi hanno sempre
causato una enorme tristezza.
Abbiamo scoperto una vecchia chiesa completamente
ristrutturata da cui si ha una visuale a tutto tondo del lago – Ulaznica costo
€ 1.
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Lago di Scutari |
Il nostro pomeriggio è stato però allietato da due signori,
il primo ci ha offerto dell’acqua visto che c’erano 1000 gradi (io mi ero
offerta di pagare ovviamente) e un secondo che ci ha offerto un passaggio in
macchina. Una della macchina più zozze che abbia mai visto con la cenere che svolazzava
da ogni parte e mille sigarette qua e là ma lui, un personaggio fantastico. Quando
ha saputo che eravamo italiani e soprattutto romani ha detto “w totti” ahahah
stupendo!
La sera abbiamo mangiato su un barcone ancorato, ci
sentivamo dei pirati all’arembaggio e ci ha fatto compagnia un micio
simpaticissimo e molto affamato.
Il giorno dopo siamo tornati a Podgorica e ripartiti per
Roma.
A livello di cibo posso dire che come vegetariana sono sopravvissuta benissimo (adattandomi ovviamente), che la Rakija è buonissima e
che non abbiamo mai avuto problemi, che ogni singolo negoziante ci ha fatto lo
scontrino, che nessuno ha cercato di fregarci anche quando salivamo a bordo dei
taxi al volo o mangiavamo cibo nei localini di strada senza chiedere prima il
prezzo, che ci siamo mossi benissimo con i mezzi pubblici sia comprando il biglietto online sia acquistandoli direttamente in loco e la lingua non è mai stata un problema.
Il Montenegro è davvero bello ma la Bosnia mi ha colpito infinitamente
e nel mio cuore rimarrà per sempre il vecchietto che mi ha cucinato le verdure
più buone del mondo con i suoi occhi buoni ma cosi tristi.