Perché no?
Questa è stata la mia prima reazione (ed ormai filosofia di vita) quando un mio
amico mi ha proposto di fare torrentismo (detto anche canyoing). Per chi non lo
sapesse o per chi come me lo ha scoperto da poco, il torrentismo consiste nello
scendere all’interno di strette gole (dette forre o canyon) percorse da corsi
d’acqua più o meno potenti, trovandosi quindi ad attraversare scivoli,
laghetti, discendere su cascate o tuffi vari.
A prescindere
dalla difficoltà del percorso la cosa più pericolosa è che una volta iniziato
il canyon l’unico modo per uscirne è alla fine, per cui non è possibile
risalire in caso di emergenza. La cosa più bella è che solo attraverso questo
sport si possono vedere e scoprire dei luoghi meravigliosi altrimenti
inaccessibili.
Sabato mattina
io e questo mio amico siamo partiti in direzione Valnerina per la Fossa del
Casco dove avevamo appuntamento con Roberto, dell’Associazione Recovery Energy.
All’ inizio
avevo capito che si sarebbe trattato di tuffi ma poi ho scoperto che il percorso
si snodava attraverso una lunga forra e 12 calate (ovvero i punti di discesa
che nel nostro caso erano composti da cascate). Non posso nascondere la paura
iniziale, sentivo il cuore battere fortissimo e come sempre capita ho dubitato
di me stessa e della mia capacità fisica. Ed invece alla prima discesa ho
provato una sensazione pazzesca, un miscuglio di paura ed eccitazione quando
capisci che devi fidarti di te stessa, dell’istruttore che ti prepara la corda
e dell’attrezzatura.
Immaginate di
essere dentro un cunicolo pieno di acqua, camminare all’ interno di esso, è
bellissimo, sei dentro la roccia scavata da anni di passaggio di acqua, ti
senti piccolo ma emozionato ed al tempo stesso sicuro perché hai la roccia che
ti protegge…e poi arrivi alla fine del cunicolo e vedi il cielo e nient’altro…
ti affacci e vedi che il cunicolo finisce in una cascata di 28 metri,
lunghissima, bellissima che va giù come le montagne russe…e l’istruttore ti
sorride e ti dice “sei pronta a scendere?”
In quel momento
credo che la mia faccia rappresentasse la paura pura, guardavo giù e non
credevo di essere li, davvero mi ero messa a scendere dalle cascate con una
corda e un imbrago intorno alla vita? E poi capisci che lo devi fare ma lo devi
fare bene, devi vivere quel momento appieno e ti devi fidare di te stesso, del
tuo istruttore e della corda…una piccola colorata corda che ti sorregge per
tutto il tempo.
E cosi arrivi e
punti i piedi, ti metti in sicurezza con la long (una corda legata al tuo
imbraco che serve a tenerti ferma mentre stanno legando la corda al discensore,
uno strumento a forma di 8 fatto di metallo dove viene passata la corda per la
discesa), poi ti giri, stacchi la long e ti butti all’ indietro nel vuoto
pensando “fidati della corda” e dopo pochi secondi la corda ti tiene e sei
pronta a scendere…beh quei pochi secondi sono stati i più paurosi ed eccitanti,
per dodici volte ho sentito un esplosione nella mia pancia, non pensavo più di
testa ma di istinto e la paura mista all'emozione era una sensazione
bellissima.
Ma non era solo
adrenalina allo stato puro, era consapevolezza di me stessa, era la forza di
superare il proprio limite, la propria paura. A una calata, particolarmente
ripida, bisognava mettersi in piedi su uno sperone di roccia ed aspettare di essere
incordati. All'inizio panico, non riuscivo a trovare la posizione,
avevo paura di scivolare ma poi mi sono fermata, sono tornata indietro e ho
ricominciato di nuovo, fiduciosa delle mie capacità, orgogliosa di me stessa e
ci sono riuscita.
Vincere le
proprie paure che sono là con te, che non puoi nascondere sotto un tappeto
perché devi uscire da quel canyon e devi farlo proprio passando attraverso quel
muro di paure che vorresti evitare. E quando lo fai ti senti libero.
Ho voluto
condividere questa mia esperienza perché proprio io, la bambina paffutella che
era cosi insicura di tutto, di se stessa, del proprio corpo negli ultimi anni
ha deciso di provarle tutte, piano piano, e ha scoperto che non ‘è cosi tanto
male e riesce dove non pensava di riuscire.
Non ho scritto
questo per darmi delle arie o con falsa modestia ma per condividere con altri
questa esperienza e dire che tutti dovremmo fare qualcosa che ci fa paura
(ovviamente in sicurezza) per metterci alla prova, e vedere davvero quanto
valiamo. Io ho deciso di farlo oggi, a contatto con la natura, e adesso, pur se
dolorante e con qualche livido non vedo l’ora di rifarlo, di scendere da
qualche cascata ed avere paura di nuovo, per combattere contro il mio cervello
e dedicare la vittoria a me stessa.
E posso dire di
essere orgogliosa anche del mio amico che ha sfidato le sue di paure e ha vinto
alla grande!
Se vi va di
scoprire la natura attraverso questo sport fatelo con Roberto e la sua squadra,
bravissimi, pazienti e sempre con il sorriso!
http://www.recovery-energy.it
La foto non è mia, l'ho presa da Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/File:Vallon_de_Grana_(Valle_Roya_-_Francia).jpg - le mie arriveranno a breve
La foto non è mia, l'ho presa da Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/File:Vallon_de_Grana_(Valle_Roya_-_Francia).jpg - le mie arriveranno a breve
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